Andrea Mascetti, in qualità di coordinatore della Commissione Arte e Cultura di Fondazione Cariplo, ha preso parte alla tavola rotonda virtuale intitolata “Dalla sicurezza alla valorizzazione: le attuali tecnologie per arte, teatro e musica nella nuova normalità”. L’evento, svoltosi il 4 marzo, si inserisce nel ciclo di incontri organizzato da Fondazione Enzo Hruby con essecome-securindex. Agli incontri partecipano i rappresentati di istituzioni culturali nazionali e locali che si confrontano sul fondamentale ruolo della cultura come leva per la ripresa del Paese.
Carlo Hruby, che è intervenuto durante l’incontro digitale, ha ringraziato sentitamente tutti i presenti per la collaborazione, sottolineando la sensibilità ed apertura di Fondazione Cariplo e del sul rappresentante Andrea Mascetti in tal senso.
La grande sfida alla quale dobbiamo far fronte è “riuscire a passare dal concetto di protezione dei beni culturali alla protezione dei visitatori e di chi usufruisce dei beni culturali stessi”, ha dichiarato Carlo Hruby. Durante la pandemia, “si è scoperto che in realtà alcune tecnologie già esistenti e alcune loro funzioni in particolare potevano essere di grande aiuto. Si pensi ad esempio alla termografia, nata con altri scopi ma che è stata adoperata rapidamente per la misurazione della temperatura corporea dei visitatori, senza esporre il personale a rapporti di vicinanza con soggetti potenzialmente infetti”.
Il settore della sicurezza nell’ambito dei beni culturali sta riuscendo a trasformare un problema in opportunità, per dare vita a nuovi ragionamenti e nuovi servizi per un futuro migliore. Proteggere la cultura, non solo i suoi luoghi ma anche chi ne usufruisce, è fondamentale. Dall’incontro è emerso che c’è ancora molto da fare per instaurare un dialogo efficace tra questi due mondi, quello della sicurezza e quello dei beni culturali: proprio in quest’ottica eventi come l’evento del 4 marzo assumono particolare rilevanza. Con sempre più chiarezza sta emergendo la necessità di una nuova figura professionale, quella del “cultural security manager” che, con un animo spiccatamente sensibile verso i beni culturali sappia interagire sempre più a stretto giro con il mondo della sicurezza. È all’interno degli atenei che bisogna iniziare a lavorare in tal senso.
Per visualizzare il video dell’incontro: