Il mecenate come soggetto singolo oggi non esiste più. I motivi sono molteplici e vanno dalle trasformazioni avvenute nel mondo dell’industria alla difficoltà da parte degli Enti locali nel fornire supporto alla comunità e soprattutto alla cultura. Un paradosso per un Paese come l’Italia dove tutti parlano continuamente di cultura. Sono le parole di Andrea Mascetti, Coordinatore della Commissione Arte e Cultura di Fondazione Cariplo. Protagonista dell’ultima puntata di “A tu per tu”, format di interviste con i protagonisti della cultura italiana promosso da Fondazione Sangregorio Giancarlo, il Coordinatore di Fondazione Cariplo, esperto di diritto dell’Arte, ha affrontato il tema dell’evoluzione delle forme di mecenatismo. “I fondi per la cultura di un certo tipo oggi arrivano sostanzialmente da soggetti privati organizzati – ha detto – in primis le banche e poi le fondazioni, che sono un tessuto molto radicato su tutto il nostro territorio, soprattutto nel nord Italia. Queste riescono a sopperire alla carenza di un mondo industriale che si è allontanato e ha perso un po’ la dinamica di appartenenza territoriale”. La figura dell’imprenditore che restituisce qualcosa alla propria comunità attraverso interventi economici è quindi sempre più rara. Questo anche perché le aziende sono sempre più internazionalizzate e in qualche modo distaccate dai territori. C’è poi da considerare un altro fenomeno, che riguarda il patrimonio artistico privato. “Capita spesso che le famiglie che non possono vantare l’agio di un tempo non riescano più a mantenere il proprio patrimonio intatto e soprattutto fruibile”, spiega Andrea Mascetti. Una problematica che, secondo il Coordinatore di Cariplo, potrebbe essere risolta intervenendo ad esempio sotto il punto di vista fiscale: “Una parte delle tasse che si versano allo Stato potrebbero andare direttamente alle regioni con un vincolo di destinazione culturale. E dico le regioni perché si tratta di Enti vicini ai territori. Non dimentichiamoci che la grande cultura italiana si sviluppa soprattutto nella fase pre-unitaria, dove Repubbliche e Granducati facevano a gara a portarsi via l’artista più bravo o l’artigiano più capace”. Il Paese necessita di un “new deal” del mondo della cultura: “L’Italia che sogno è un luogo che affronta tutte le problematiche finora citate con una cura certosina. Il Paese dovrebbe fare qualcosa di più importante in questo campo di ciò che ha fatto finora. C’è bisogno di concorrenza ‘buona’, una gara positiva e gioiosa: un grande progetto per una sorta di Rinascimento”.
Per visualizzare l’intervista integrale:
https://artslife.com/2021/09/16/a-tu-per-tu-con-andrea-mascetti-e-michele-coppola-arte-tv-interviste/